Giorno Ventotto, un libro da scrivere
Sono tornata.
Durante queste due settimane il mio cervello si è spento.
Ha preso una pausa ed è andato in vacanza.
Lontano dalla tristezza e dai brutti pensieri. Vicino all’amore, alla famiglia, agli affetti.
Questo tempo ho voluto dedicarlo a me. A quello che mi fa star bene. Che mi fa sentire viva.
Così ho staccato la spina. E anche senza il lume della ragione, una cosa mi era chiara:
la vita assieme a chi ami è tutt’altra storia.
E non perché sia un romanzo o perché sia più semplice, ma perché vivere assieme a chi ami significa condividere tutto di te.
Nel lontano 1940, il caro Pavese scriveva che “l’amore ha la virtù di denudare non i due amanti l’uno di fronte all’altro, ma ciascuno dei due davanti a sé” – Il mestiere di vivere.
E non c’è terrore più grande di aprire il libro della tua vita e lasciare agli altri la possibilità di leggerti.
Cogliere ogni sfumatura del tuo carattere, interpretare ogni ruga d’espressione che segna il tuo viso mentre ti perdi in una risata fragorosa, mentre i tuoi occhi si chiudono…
Ci sono capitoli che vorresti riscrivere; altri da cancellare.
La mia vita è come un libro pieno di racconti, ma senza una cronologia.
Anche il tempo si è fermato.
Riabbracciare i miei cari e salutare il mare mi ha fatto sorridere il cuore.
Un sorriso che non è stato ancora oscurato.
Sapevo che ritornare non sarebbe stato facile. Ma le lacrime non hanno bagnato i miei occhi.
Nessuna distanza mi renderà mai orfana di amore e affetto.
Sono tornata con uno spirito diverso, con un nuovo segno sulla mia pelle.
Sono tornata.
Ho ancora tante pagine del mio libro da scrivere
“Ecco da cosa nasceva quella sua sensazione prossima alla felicità. Forse non era poi così debole come aveva sempre creduto; dopotutto, ci si misura rapportandosi agli altri, non esiste alternativa. Di quando in quando, in modo assolutamente involontario, arriva qualcuno e ti insegna qualcosa sul tuo conto.”
tratto da “Espiazione” di Ian McEwan