Rinunciare per crescere. Giorno trentasei

Giorno Trentasei, rinunciare

rinunciareDavanti all’evidenza non puoi far altro che arrenderti.
È come quando ti ritrovi ad ammirare un tramonto: ne sei talmente rapita che tutto ciò che ti sta attorno semplicemente scompare, inghiottito da quella luce calda che tutto copre.
Non c’è una ragione valida, oggettiva.
Sei arrivata in un’altra dimensione senza sapere come. Ma non è importante.
Nella vita devi operare sempre delle scelte e alle volte capita di giungere a delle conclusioni che sembrano, apparentemente, affrettate.
In realtà ci hai ragionato fin troppo tanto che ora non hai più l’esigenza di chiederti “il perché”.
Hai deciso. Fine.
Esistono persone che devi lasciar andare, anche a malincuore.
E lo fai perché questo farà del bene a te, ma ancora non ne sei convinta del tutto.
Rinunciare a qualcuno non significa dimenticare il vostro trascorso o negarvi un futuro.
È solo che insieme non sareste arrivati da nessuna parte. Bisognava dividervi per poter continuare a vivere.
A vivere bene.
Alcuni si accontentano di una sopravvivenza calma, senza particolari sconvolgimenti.
Ma è proprio in questi che si nasconde il bello della vita.
E forse tu te ne sei accorta.

Rinunciare è il modo attraverso cui darti una possibilità perché non tutti possono far parte del tuo mondo.
Pian piano inizi a capire “chi vale la pena”. A loro devi dedicare tutto il tuo tempo e le tue energie.
Un posto nel cuore deve essere conquistato, non si riceve come dono.
Sei arrivata a questa conclusione poco alla volta. Ma ci sei arrivata.
Non tornare più su i tuoi passi.

Continua verso l’orizzonte. Senza rinunciare a te.

“Chi vuole scrivere, impari prima a leggere
chi vuole suonare prima deve imparare ad ascoltare
chi vuole ridere, impari prima a piangere
chi vuol capire prima deve riuscire a domandare
Chi vuole vincere, impari prima a perdere
chi vuol tenere prima deve sapere cosa lasciare
chi vuole insistere, impari prima a cedere
chi vuole amare prima deve imparare a rinunciare
io so inventare, so improvvisare
senza regole né strutture
faccio come mi pare
So immaginare una storia intera senza solo una parola vera
faccio come mi pare
Sono libero ed incosciente
quindi posso serenamente fare come mi pare
È come spingere una vela controvento
memorizzare le parole e non il senso
saltare subito alla fine del romanzo
[…]”
Come mi pare di Fabi, Silvestri, Gazzè