Forse, da qui in poi… Giorno quaratasette

Giorno Quarantasette, forse

forseOgni nuovo giorno inizia all’insegna dei forse.
Ogni nuovo giorno è una possibilità in più. L’occasione per rimediare ai tuoi errori; per prendere coraggio e finire ciò che hai cominciato.
È un giorno in più.
Tutti sanno quanto sia importante avere più tempo.
Il tempo da dedicare a se stessi, per conoscersi e conoscersi.
Ecco, un giorno è questo: il tempo che la vita ti dona.
Tu puoi farne quello che vuoi.
Sprecarlo o investirlo in qualcosa che ti appassiona. Dedicarlo a chi ti ama. Dedicarlo a chi ami.
È una tua scelta e non ne esiste una sbagliata.
Tu scegli. Scegli sempre!
Scegli per non morire dietro a una indecisione. Per non morire dietro a un rimpianto, a un rimorso.
Scegli perché non farlo sarebbe come firmare la tua condanna.
Rimanere sul filo di un rasoio, in equilibrio sul ciglio di un burrone non è vivere.
Correre dei rischi è meglio che restare ingarbugliata tra i tuoi dubbi.
Un no non è la fine, ma è l’inizio di un nuovo percorso.

Forse, per capire il senso della vita devi spingerti oltre i tuoi limiti.
Superare le colonne di Ercole ed esplorare l’ignoto.
Fa paura, ma va bene così.
Perché tutti quei forse non sono delle condizioni sufficienti, ma delle condizioni necessarie!
La curiosità muove il mondo da sempre, da quando esiste l’Universo.
E tu non ne sei immune.
Ti porta a incorrere nell’errore, a intraprendere strade senza via d’uscita.
Ma esiste sempre il sentiero del ritorno.
Grazie a quel forse potrai capire tante cose.
Alcune ti faranno male, altre ti coglieranno impreparata e ti sorprenderanno.
Scoprirai che esiste qualcuno e qualcosa che sarà in grado di toglierti il fiato.

La vita è piena di risposte: di no e di ; di forse e di non ancora.
Risposte che dai a te stessa, agli altri; risposte che ricevi.
Ma non fermarti mai alla prima. Non esiste mai una sola verità.

“Il forse è la parola più bella del vocabolario italiano, perché apre delle possibilità, non certezze. Perché non cerca la fine, ma va verso l’infinito.”
Giacomo Leopardi