Il nuovo mondo da scoprire. Giorno undici

Giorno Undici, bolle di sapone

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L’universo è così infinitamente immenso da non permettere agli uomini di conoscerne i confini.
Viceversa, noi esseri umani siamo fatti finiti.
Abbiamo limiti e confini.
Un inizio e una fine.
Abbiamo esplorato, scoperto, etichettato qualsiasi cosa ci si presentasse sul nostro cammino.
Ma non siamo capaci di conoscere l’infinito che abita dentro di noi.
Ogni nostra componente ha un nome.
Ogni minuscola parte che compone il nostro corpo ha un nome!
Tutto è diventato immediatamente riconoscibile.

Sono un essere umano piena di limiti.
Ogni nuovo giorno è un un ostacolo. Ogni ora, un vincolo.
Ho avuto il coraggio di fare del tempo il mio miglior amico.
Niente inganni.
Noi siamo diventati i pedoni di un gioco chiamato vita. Non ci sono catene, ma esistono regole.
Esistono per il tempo. Esistono per me.
Ho collezionato molte sconfitte e poche volte sono passata dal “via” orgogliosa del giro appena concluso.
Poche, ma abbastanza per convincermi a ricominciare di nuovo.
Da capo. Da un altro “via”.
Ogni giocata ti cambia. Ti segna. Ti insegna.
Un numero infinite di volte ho dovuto attraversare il traguardo completamente da sola.
L’unica mia compagna di viaggio era la mia mente.
Fredda. Guardinga. Attenta.
Ogni singola mossa l’ho studiata, prevista e vista accadere.
È stata questa la mia tattica.
Questa è la ragione per cui ora sto perdendo tutte le mie giocate.
Non sono abituata a farmi scoprire, sono sempre stata scoperta.
Non ho mai saputo farmi ascoltare, ho sempre ascoltato… E quando si trattava di osservare, ho sempre preferito osservare gli altri.
Io sono un mondo ancora inesplorato per me stessa e, questo mio limite, rende difficile ogni nuova esperienza.
So dare, ma non so ricevere.
Ancora non ho colto la bellezza di quanto mi è stato offerto.

Non so vivere con gli occhi aperti.
Il mondo a occhi chiusi è più rassicurante.

Prima o poi imparerò ad apprezzare il nuovo delle cose. Gli altri.
Le scoperte sono bolle di sapone. Inutili se non volano libere.

Le cose che non ho, radici e nuvole.
E lì in mezzo ci sei tu, da qualche parte.
A volte un nome sulle labbra pesa,
anche se è più leggero di una piuma […]
La mia vita è sempre uguale, sembra calma come me.
Appena sotto la superficie c’è tutto quello che ho di te.
E so che non si torna indietro mai.
Lo so io, lo sai tu.

Le cose che non ho, Marco Mengoni