Di Domenica. Giorno tre

Giorno tre, domenica

didomenicaOggi è domenica. La prima lontana dalla mia terra. Mi manca.
Per mia sfortuna, anche oggi la pioggia non mi ha risparmiata. Una domenica piovosa.
Così, mentre il cielo continuava a piangere, la mia mente volava nella mia terra: la Calabria.
La domenica per noi calabresi è un rito. La sveglia suona più tardi del solito e la cosa più strana è che non ti sveglia il suo trillo, ma l’odore delle polpette della nonna che viene a bussare alla tua porta. È un dolce risveglio, quello che mi è mancato oggi. Quello che mi mancherà.
La sveglia questa domenica non ha suonato e io ho aperto gli occhi solo alle dodici e venti.
Ho perso una mattinata, ma forse è stato meglio così.
Non ho fatto colazione. Ho pranzato da sola. A farmi compagnia solo il mio cellulare che in questi giorni è più attivo del solito.
Meno male che esiste la tecnologia!
Una domenica insolita. Niente calcio e niente urla di mia sorella o commenti sportivi di mio padre.

Niente di niente.

Domani finalmente avranno inizio le lezioni e non so se è un bene o un male. Di certo sarò costretta a uscire dalla mia fortezza. Affronterò questo nuovo mondo e finalmente inizierò a conoscerlo.
È una nuova vita quella che mi si prospetta davanti.
Qui nessuno conosce il mio passato o il mio carattere o le mie ambizioni.
Chi non sarebbe stuzzicato da una prospettiva del genere?
Di certo riceverò nuovi impulsi, nuovi stimoli.
Mi mancherà non ritornare a casa mia e trovare il pranzo pronto.
Mi mancherà uscire da lezione e non trovare ad aspettarmi colui che mi è accanto da ben cinque anni. Ancora mi sopporta.
So che sarà difficile fare tutto questo senza Lui. Senza tutto quello che ero abituata ad avere.
So che sarà difficile e basta.

“Sarà difficile, ma sarà come deve essere.
Metterò via i giochi, proverò a crescere.”

A modo tuo, Ligabue