Giorno Due
Un altro giorno di pioggia.
Così come ha avuto inizio, adesso volge a termine. Le gocce battono sui vetri della mia finestra allo stesso modo.
Alle volte sembrano tamburi, altre note dolcissime. Tutte le volte, però, scandiscono il passare del tempo… e quanto pesano!
Le lancette dell’orologio seguono la stessa sinfonia che la natura mi offre. Sembra quasi volermi fare compagnia.
Non so se sia un bene avere tutto questo spazio. Questo tempo.
Colazione. TV. Pranzo. PC. Spuntino. Smartphone.
Amici interessanti, quelli di questi giorni.
Le lacrime non scendono più e la mia voce si è abbassata. A ogni chiamata non riesco ad avere un tono di voce normale. È ciò che capita quando non hai con chi scambiare due battute.
La mia voce è stata sostituita dalla scrittura.
Parlo attraverso parole scritte nei messaggi. Nelle chat. Nel blog.
Le lezioni non sono ancora iniziate e non ho avuto ancora modo di fare delle conoscenze; anzi no, ho avuto modo di conoscere il materasso del mio nuovo letto. I cuscini del mio nuovo divano. Il pavimento della mia nuova stanza. Le mura della mia nuova casa con mille buchi e chiodi sulle pareti. Ancora è tutto vuoto. Ci sono piccole lesioni, segni del tempo che passa e consuma.
Lascia la sua firma su qualsiasi cosa. Nulla riesce a sfuggirgli: né le pareti di una costruzione in cemento né i ricordi di una mente labile.
Il tempo esiste e agisce. Su Tutto e non puoi contrastarlo. Devi arrenderti. E lo fai.
Ho appeso un totale di tre quadri. Due raffigurano lo stesso soggetto. L’altro è un insieme di un unico valore: la mia famiglia.
Per una ragazza come me, abituata a condividere la frenesia della mia famiglia confusionaria, questo silenzio che riempie i miei orecchi da due giorni produce l’effetto di una cupola. Ogni rumore sembra ovattato.
Anche il sole non fa capolino da due giorni. Il cielo è sempre grigio. Ora grigio chiaro, ora scuro.
Proprio come il mio cuore oggi. Un cuore grigio_