Scrivere nel vento. Giorno ventinove

Giorno ventinove, scrivere

scrivereDevi solo smettere di pensare e concentrati sui battiti del tuo cuore.
Chiudi gli occhi e inizia a respirare.
Con calma.
Ti sentirai leggera come una foglia in balia del vento caldo, tipico della primavera.
Sul tuo viso, il sole si poggia e ti scalda.
Le tue guance diventano rosa. Ti piaci perché sembri piena di salute.
Qui, sdraiata su un prato fresco e profumato ti abbandoni. È come essere su un letto soffice fatto di nuvole.
Tu sei quella piuma che il vento porta con sé e che non fa poggiare mai.
Ti piace volare, ma hai paura dell’altezza. Per questo rallenti e insieme a te si fermano i tuoi progetti.
Poi un giorno, quel vento ricomincia a soffiare e la tua barca lascia il porto sicuro.
Provi così tante sensazioni che devi frenarti di nuovo.
Ma questa volta è diverso perché il timore ti ostacola, ma non ti blocca del tutto.
E sei ben consapevole che le cose più belle non sono mai le più facili.
Inizia il tuo viaggio e inizi a scrivere il tuo racconto.
Una storia fra mille altre.
Il destino non conta; è la tua volontà che detta i tempi.
La tua voglia di imparare dal mondo a essere viva e pronta.
Sempre.

Gli occhi pian piano si riaprono e ti restituiscono i colori.
Una nuova visione di tutto ciò che ti circonda.
Niente mai è come ci si aspettava e anche questa volta la realtà non soddisfa l’immaginazione. Il sogno.
Quale sia meglio per te non ti è dato saperlo. Almeno non subito.
Lo scopri poco a poco, girando le pagine.
Scrivere è un buon esercizio. Ti aiuta a capire quel labirinto contorto di tuoi ragionamenti.
Il cielo non rimane mai terso, sgombero alle nuvole grigie.
Per apprezzare i colori e ogni loro sfumatura hai bisogno di conoscere il bianco e poi il nero.
Passi gradualmente al grigio, mescolando le giuste quantità.
Poi ti lasci prendere la mano e scopri tutti i toni dell’arcobaleno.
E con quelli colori la tua vita.

Il colore che preferisco è quello di cui la carta si colora a contatto con le parole.
Il profumo più buono è quello fresco dell’inchiostro appena impresso.

“Scrivere significa aprirsi a dismisura; perciò uno che sta scrivendo non sarà mai solo abbastanza,
e mentre scrive non ci sarà mai silenzio abbastanza intorno a lui, e la notte non sarà mai notte abbastanza.”
Lettere a Felice di Franz Kafka