Senza fine. Giorno settantatré

Giorno Settantatré, senza fine

senza-fineVorrei poter dire che con il tempo andrà meglio e che imparerò a dimenticare, ad accettare. Vorrei poter dire che con il passar del tempo tu mi farai meno male. Ma poi smetto.
Il tempo non è mai stato il mio antidoto, la mia cura. Non ho bisogno di tempo. Ho bisogno di te!
E tu non ci sei. Ma sei senza tempo. E noi siamo senza fine.

La verità è che quando una persona decide di andare non sa che non andrà mai via completamente.
Lascia dietro di sé un vuoto che dovrai impegnarti a riempire e dovrai anche farlo alla svelta, altrimenti ti inghiottirà e non avrai più voglia di scalare quella parete. Lascerai che il buco nero si chiuda su di te. Io ci sto provando. È un modo per tenere impegnata la mia testa, almeno per poco perché poi ripenso che il motivo di tanta fatica sei tu.
Lascia la sua assenza, che non è mancanza perché continui a essere. Continui a significare qualcosa per me. Quella assenza ha un peso, ha un volto e ha un nome.
Lascia dietro un pezzetto di sé che ti tormenterà di giorno in giorno fino a quando non deciderai di dargliela vinta perché quel brandello di presenza non è lei, non è lui. Non sei tu.

E allora che senso ha?

Io, quando decido di andare, porto via con me ogni cosa. Quello che lascio, quello che resta lo chiudo in un cassetto, al riparo dal tempo bugiardo. È così che vado via. Senza fare rumore. Senza lasciare scompiglio.
Quando decidi di lasciare qualcosa o qualcuno lo devi fare con convinzione, con sguardo fermo e labbra salde.
Non una stilla di lacrima. Non un tremolio sulla bocca.
Usa le parole giuste, quelle efficaci. Sforzati di trovarle.
Le parole possono essere ponti e i ponti collegano, con i ponti si costruisce.
Se tu non vuoi costruire, se non vuoi inventare un futuro… cercale, LE parole.
I ponti possono anche cadere.

Se vuoi andare, vai.
Io ho deciso di rimanere.
Di rimanerti accanto_

“Se tu fossi stato con me t’avrei chiesto scusa. Oppure aiuto. Invece non c’eri; incredibile come gli altri manchino sempre nei momenti in cui se ne ha bisogno; passi giorni, mesi, anni interi con qualcuno a cui non hai da dir nulla e nel momento in cui hai da dirgli qualcosa, magari scusami, aiuto, lui non c’è e tu sei solo.”

tratto da “Se il sole muore” di Oriana Fallaci