Smetti di cercare e inizia a essere. Giorno cinquantasette

Giorno Cinquantasette, essere

essereTra milioni di parole hai dovuto scegliere quelle giuste.
Hai dovuto cercare quegli occhi attraverso un mare di altri occhi.
E quanti sguardi hai dovuto ricambiare! Quante parole hai dovuto ascoltare!
Tanti. Troppi.
E tutto questo solo per poterti specchiare. Tutto per poterti ascoltare.
Hai trovato occhi profondi come gli oceani e altri aridi come i più aridi dei deserti.
Hai trovato parole dette così, per caso, per dare fiato a una bocca che non conosce sete. Ma tu avevi sete e quelle parole non ti hanno dissetato.
Così hai continuato a cercare, a guardare, ad ascoltare, a sentire.
E ogni spazio, ogni luogo smetteva di essere quello che era per diventare altro.
Ti ostinavi in una ricerca che non avrebbe portato risultati.
E occhi dopo occhi, parola dopo parola, hai smesso di essere anche tu.

Ma dopo ogni notte, troverai sempre il tuo sole lì ad aspettarti.
A illuminarti. A farti capire che basti a te stessa.
E io l’ho trovato.
Mi sono trovata e ho cominciato a essere.

“Tu non sei i tuoi anni,
né la taglia che indossi,
non sei il tuo peso
o il colore dei tuoi capelli.
Non sei il tuo nome,
o le fossette sulle tue guance,
sei tutti i libri che hai letto,
e tutte le parole che dici
sei la tua voce assonnata al mattino
e i sorrisi che provi a nascondere,
sei la dolcezza della tua risata
e ogni lacrima versata,
sei le canzoni urlate così forte,
quando sapevi di esser tutta sola,
sei anche i posti in cui sei stata
e il solo che davvero chiami casa,
sei tutto ciò in cui credi,
e le persone a cui vuoi bene,
sei le fotografie nella tua camera
e il futuro che dipingi.
Sei fatta di così tanta bellezza
ma forse tutto ciò ti sfugge
da quando hai deciso di esser
tutto quello che non sei.”

Ernest Hemingway