Stelle a Ovest. Giorno cinquantasei

Giorno Cinquantasei, stelle

stelleÈ difficile trovare il coraggio di uscire a guardare le stelle.
Sei tu, nuda, sotto un cielo che ti punta tutti i suoi occhi addosso.
Tu, nuda e piccola, sotto l’immensità dell’immenso.
Tu, senza difese né armi…
Tu e un cielo che alle volte ti sovrasta con il suo peso, altre volte ti avvolge nella sua luce.
Osservare le stelle è difficile se non ti concentri: ognuna ha la sua sfumatura di colore, il suo posto, la sua luce.
Sta a te cogliere le differenze e restituirle una a una.
Le stelle sono i pensieri del cielo, i suoi occhi e le sue lacrime.
Per questo hai paura di affacciarti da quella finestra. Non vuoi non trovare la loro luce. Quella luce in cui puoi rifletterti e trovarti.
Vorresti allungare le mani e rubare una carezza. Strappare un lembo di quel cielo e portarlo con te.
Ovunque. Sempre.
Ma le tue mani non arrivano lassù.
E poi, se anche ci arrivassero, non troverebbero nulla da afferrare perché quello che vedi non è una stella. È solo la sua luce che viaggia nello spazio e negli anni e arriva da te.
In quel fazzoletto che avvolge la tua terra non vedi altro che il ritratto del passato.
Ma puoi trovarci le risposte che ancora non ti sei data.
È un cielo che resta sempre meno acceso.
Qualcuno ha spento la luce.
Un cielo senza stelle non è un cielo.

Trova la tua stella e illumina il tuo cielo.

“Se non puoi essere un pino sul monte, sii una saggina nella valle,
ma sii la migliore piccola saggina sulla sponda del ruscello.
Se non puoi essere un albero, sii un cespuglio.
Se non puoi essere una via maestra, sii un sentiero.
Se non puoi essere il sole, sii una stella.
Sii sempre il meglio di ciò che sei.
Cerca di scoprire il disegno che sei chiamato ad essere,
poi mettiti a realizzarlo nella vita”
Martin Luther King