A tu per tu con il mio io. Giorno settantotto

Giorno Settantotto, io a te

È un sabato mattina come tanti.
Tu lì e io qui ad aspettarti. Non so se mi raggiungerai mai, ma mi piace pensarlo.
Mi piace pensarti con me.
Mi sono data del tempo, mi sono fatta forza, mi sono concessa un po’ di spazio per lasciarti scivolare via dalla mia testa e dai miei occhi e dalle mie mani e dal mio cuore. Ho desiderato che tu andassi via da me. In un posto lontano dove non ti avrei potuto raggiungere, dove arrivare mi avrebbe fatto più male che aspettarti.
Ho cercato di non tornare, ma ho fatto solo un giro immenso e sono finita proprio lì: dove ho smesso di vedere solo me.

Vedi,
quando provo a parlarti è come se il mio vestito iniziasse a scucirsi e il mio trucco iniziasse a colare. Mi sono impegnata a essere quella che tu volevi, ma non è servito granché perché quando ci siamo tu e io e i nostri silenzi o le nostre pause e le nostre incomprensioni… quando siamo noi e il resto del mondo, io sono nuda di fronte a te.
E vorrei dirti tante di quelle cose che poi finisco con non raccontarti di più di quello che vuoi sentire e lascio fuori le cose importanti.
Per non provare a perderti di nuovo.
Per questo mi è così difficile parlarti, ma mi è tanto facile ascoltarti. Ti ascolterei per giorni interi perché fai sentire intera me. Quindi ti lascio fare.

Mi limito sempre con te.

Vorrei, invece, mostrarti le mie cicatrici e raccontarti la loro storia. Dirti tutto di me: di quanto ho bisogno che tu ci sia, di quanto ti vorrei con me.
Non ho mai cercato nessuno quanto sto cercando te. E questo mi fa paura .
Siamo stati distanti, io e te. Due pianeti che viaggiano su due orbite parallele. Ci siamo scontrati, ci siamo fatti male fino a lasciarci i segni. Ci siamo odiati perché le cose non vanno mai per il verso giusto e anche oggi che avrei potuto essere lì… non ci sono, tu non ci sei e noi non ci siamo.
Tu non sei con me e non so cosa fai. Non so cosa vuoi. Non so se ti manco, se hai ancora bisogno di me. Ti ho annullato più e più volte perché credevo fosse l’unico modo per andare avanti tutta intera. E invece…
Sai,
le cose belle nascono dai guai. E tu sei il mio.
Sei il mio danno, il mio errore.
Tu sei il mio dubbio.
E cosa sarebbe l’esistenza intera senza i dubbi? Cosa l’amore?

Abbiamo avuto paura, noi due.
Io ne ho perfino adesso.
Ma ho ancora più voglia di amarti_


“Io resto qui, se vuoi.

Però stavota niente condizioni, non è una colpa ma non siamo buoni. So che dovrei stare al mio posto, ma quello che sento non ci sta nel poco spazio che mi lasci. Non farmi fare quella forte cado a pezzi.
Ma non ballerò, resta zitto ad ascoltarmi e lo so che sono nuda se mi guardi. Siamo ancora a questo punto dopo anni e canto ancora anche se mi hanno tolto gli occhi.
Non sarò mai meglio di questo e per te è lo stesso, ma io conosco quello sguardo anche se menti e vorrei essere al tuo fianco mentre invecchi.
Ma non ballerò, tu resta zitto ad ascoltarmi e lo so che sono nuda se mi guardi. Siamo ancora a questo punto dopo anni e canto ancora anche se mi hanno tolto gli occhi.
Non ballerò, resta zitto ad ascoltarmi. Ti ho detto tutto, sono nuda non guardarmi.
Siamo ancora a questo punto in questi anni.
Io ti ho odiavo perché non mi lasciavi amarti!”

                                                                                          “Non ballerò”, Giorgieness