Un cuore capisce. Giorno sessantanove

Giorno Sessantanove, cuore

cuoreQuando sono nata mi hanno donato un cuore perché senza non avrei potuto vivere – mi hanno raccontato. Mi hanno letto fiabe e favole. Mi hanno detto che avrei incontrato persone speciali che non mi avrebbero abbandonato. E mi hanno fatto sognare il lieto fine, il grande amore, la felicità.
Mi hanno fatto credere che il mio cuore sarebbe stato al sicuro. Sempre.
Oggi a quelle fiabe non ci credo più e so per certo che le persone non restano: vanno via.
Oggi, quel cuore è il mio punto debole più che il mio punto di forza. Ho un cuore che fa male, che a ogni battito sembra voler uscire dal mio petto per dirmi “basta! Dovresti arrenderti. Io sto cedendo”. Vuole urlare, ribellarsi. Ma tutto quello che fa è saper far male.
Ci sono giorni in cui dimentico persino di averlo un cuore, tanto il suo battito rallenta. Ma dura troppo poco.
Ne hai subiti tanti di colpi, eppure continui a vivere dentro di me.

Eppure continui a battere.

Probabilmente non scatterò mai una fotografia di te. Né lascerò che altri la facciano per noi.
Perché non provi a capire che non si può avere tutto in questa vita? Non voglio le tue confidenze né i tuoi abbracci perché sono lame troppo affilate. E non voglio canzoni né lacrime: hanno il sapore di mille bugie. Non voglio questo presente perché non voglio condizioni.
Dovresti imparare a riconoscere chi vale quel posto che tanto gelosamente custodisci.

Le parole hanno un peso e, una volta dette, non puoi cancellarle.
Ne abbiamo dette tante, forse troppe. E inutili.

Impara ad ascoltare. Impara ad ascoltarmi.
Dici sempre che ti senti invisibile al resto del mondo. Lo sono tutti. Lo sei tu. Lo sono io.
Solo che a me non interessa il resto, a me basta non essere invisibile agli occhi tuoi!

Vai oltre, ti prego.
Io sono qui. Ti vedo_

“Che cosa ho scoperto?…
Ho scoperto, mia cara, che la persona giusta non esiste.
Un giorno mi sono svegliata, mi sono messa a sedere sul letto e ho sorriso. Non sentivo più alcun dolore. E improvvisamente ho capito che non c’è nessuna persona giusta. Non esiste né in terra né in cielo né da nessun’altra parte. Puoi starne certa. Esistono soltanto le persone, e in ognuna c’è un pizzico di quella giusta, ma in nessuna c’è tutto quello che ci aspettiamo e speriamo. Nessuna racchiude in sé tutto questo, e non esiste quella certa figura, l’unica, la meravigliosa, la sola che potrà darci la felicità. Esistono soltanto delle persone, e in ognuna ci sono scorie e raggi di luce, tutto…”

“La donna giusta” di Sándor Márai